La Funicolare di Regoledo
“Ab uno discit omnis” fa dire Virgilio ad Enea nel poema epico dell’Eneide.
Questa frase la possiamo benissimo adattare alla storia dei nostri Borghi dandogli, come significato, l’idea di: conoscerne uno per conoscerli tutti.
Infatti le piccole storie personali sono poi comuni a molte altre persone e luoghi, così come gli aspetti e i problemi del territorio e dell’organizzazione sociale.
A metà strada tra Bellano e Perledo, sul sentiero del viandante si trova una testimonianza storica di rilievo abbandonata, trascurata e quasi dimenticata.
La nostra guida del luogo Renato Arosio, che viene in vacanza qui da 60 anni, ce l’ha fatta conoscere. Si tratta della funicolare di Regoledo.
La funicolare è un mezzo di trasporto che funziona tramite il traino di una fune messa a terra, a differenza della funivia che è sospesa in aria.
Questa funicolare è davvero singolare, partita da un idea di Francesco Maglia nel 1852, fu poi perfezionata nel 1903 da due ingegneri svizzeri.
La particolarità di questa funicolare è che funziona a serbatoio d’acqua.
La tecnica di funzionamento non è così facile da spiegare, ma ci proviamo.
Ci sono due tracciati monorotaia di diversa pendenza separati tra loro a metà e quindi ci sono due cabine, una per ogni tracciato, da otto posti l’una, formate ognuna da due scompartimenti. Sotto la cabina vi è un serbatoio d’acqua. L’acqua fa da contrappeso e serve per movimentare, per gravità la funicolare.
A metà percorso avviene un travaso d’acqua tra una cabina e l’altra mentre i passeggeri devono cambiare cabina per proseguire la corsa.
Il peso dell’acqua fa in modo che la funicolare scorra ad una velocità di 1,16 metri al secondo. Gravità, freni, volume d’acqua, pendenza e carico sono state ben calcolate per far in modo che il sistema funzioni sfruttando la sola forza di gravità abbinata alle due diverse pendenze.
La funicolare collegava l’imbarcadero di Regoledo con il Grand Hotel Regoledo che fungeva anche da stabilimento idroterapico.
Questo Hotel era davvero esclusivo e ricco, in rapporto alla sua epoca, di ogni comfort all’avanguardia. Era frequentato da personaggi molto ricchi ed importanti. Vi soggiornarono Josef Radestzky, Ferenc Gylay, Ippolito Nievo, Amilcare Ponchielli, Arturo Toscanini, Gabriele D’annunzio, l’ultimo Re d’Italia Umberto II di Savoia con la Moglie Maria Josè e i suoi tre figli, e molti altri ancora.
La funicolare era circondata da bellissime terrazze adibite a vigneti e intorno ad essa e al Grand Hotel fioriva una intensa attività economica.
Oggi il Grand Hotel non c’è più e al suo posto vi è una casa di riposo gestita dalla Sacra Famiglia di Milano.
Per quanto riguarda la funicolare invece il discorso è molto più triste. Il servizio terminò nel 1960 e da allora tutto è stato trascurato. Le rotaie sono state tolte per riciclare il ferro, la stazione di partenza è rimasta ma essendo abbandonata è stata vittima di atti vandalici.
Le prospere vigne che vi erano intorno sono state prima abbandonate e poi distrutte dalla natura selvaggia.
Nessuno ha mai pensato di far rivivere questa funicolare, anche solo come cimelio di un archeologia industriale che attira oggi molti turisti.
Queste località sono oggi molto frequentate dai turisti che però non vengono poi così rispettati ma, molto spesso, vengono spremuti come limoni per far cassa.
Mancano posteggi, e quei pochissimi che ci sono tutti a pagamento, molti con soste brevissime che non consentono agli utenti di respirare e di godersi la vacanza.
E’ davvero una cosa irritante per tutti che disincentiva il turismo. Si dovrebbero invece creare posteggi gratuiti e abbondanti per attirare turismo.
Inoltre si dovrebbero rivalorizzare i patrimoni culturali, come ad esempio, la funicolare di Regoledo per valorizzare ancor di più la Storia del territorio.
E’ una vergogna, il desiderio di far cassa fa violenza sui residenti e sui turisti. Fanno cassa fregandosene del comfort e della serenità dei turisti. Sanno dare solo multe e son bravissimi ad aumentare costi, balzelli e posteggi a pagamento.
Come sempre dell’interesse del cittadino e della “res publica” non interessa mai alle autorità e ai suoi funzionari servi della miope follia burocratica.
La ragione è sempre la solita: la mancanza di fondi.
Se la smettessimo di mandare tutti i fondi al governo centrale e amministrassimo noi il territorio fiscalmente, con gente realmente competente forse staremmo tutti meglio e la nostra economia ne beneficerebbe moltissimo.
Inoltre se multinazionali e aziende ricche fossero meno egoiste ed aiutassero il bene comune e la cultura, anche con sgravi fiscali, non sarebbe poi male.
Per ora lottiamo invocando le autorità e i legislatori a far funzionare le cose in modo appropriato.
La bellezza e l’armonia del territorio , la ricchezza della nostra storia e la varietà delle nostre tradizioni devono essere supportate e mai più ostacolate da inutili burocrazie, da costi odiosi e irritanti, da disservizi, da menefreghismo, pigrizia, ignoranza e cattiveria di chi favorisce le piccole e grandi lobbies al posto di servire lo stato e i cittadini.
Facciamo rivivere la nostra cultura e noi, Nadine & Marcus insieme a tutti voi, non aspettiamo altro.
Video: funicolì funicolà
Un abbraccio / a big Hug
Marcus Dardi